Reflui, più risparmi col sistema ombelicale

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L’Università di Milano ha messo a confronto questa tecnica con il classico uso del carro-botte spandiliquame

Una delle operazioni legate alla gestione degli effluenti di allevamento che viene spesso sottovalutata dal punto di vista dei costi di gestione riguarda la distribuzione degli effluenti di allevamento. Premessa l’importanza di svolgere questa operazione sulla base di un piano di fertilizzazione e del contenuto dei nutrienti negli effluenti, l’attività di distribuzione può richiedere risorse significative in termini di tempi necessari e di costi, che possono incidere in modo rilevante sul bilancio dell’allevamento.

È evidente che i costi di questa operazione risentono della capacità di lavoro del cantiere e delle macchine utilizzate per la distribuzione. A questo proposito sono stati svolti rilievi in condizioni operative per valutare i costi di due cantieri di distribuzione: carro spandiliquame con piatto deviatore e sistema ombelicale. In particolare, la realtà monitorata è stata quella del trasporto e distribuzione di un impianto di digestione anaerobica consortile in cui il digestato viene utilizzato sui terreni delle aziende conferenti.

Le principali differenze fra i due sistemi

Alcuni terreni, poiché accorpati e vicini alla vasca di stoccaggio, hanno consentito la realizzazione di un sistema di trasporto in condotte interrate. La distribuzione in questo caso è stata effettuata con sistema ombelicale, cioè collegando all’organo di distribuzione (un piatto deviatore inverso portato dalla trattrice) una manichetta flessibile agganciata alla condotta fissa che passa a bordo campo. Il digestato, prelevato dalla vasca di stoccaggio, è stato inviato nella condotta tramite una pompa monovite azionata da una trattrice posta in prossimità della vasca.

Nei terreni più distanti e meno accorpati invece, la distribuzione del digestato è stata effettuata tramite carro spandiliquame con capacità di 20 m3. Per il carico è stato utilizzato il braccio laterale direttamente nella vasca di stoccaggio e la distribuzione in campo ha utilizzato un classico piatto deviatore.

In entrambi i casi, la distribuzione è stata preceduta dalla miscelazione del digestato contenuto nella vasca di stoccaggio, al fine di garantire l’omogeneità del prodotto. Questa operazione è stata effettuata con agitatore a elica, azionato da una trattrice a bordo vasca.

I parametri valutati per il confronto

Nel corso delle operazioni di distribuzione sono state così effettuate delle campagne di monitoraggio che hanno permesso di rilevare i tempi, le distanze di trasporto e distribuzione, i consumi di gasolio e i quantitativi di digestato distribuito per ettaro di superficie.

La quantità di prodotto distribuito è stata rilevata mediante misura della variazione di livello delle vasche nel caso del sistema ombelicale, e del numero di viaggi effettuati nel caso di carro spandiliquame.

Sulla base dei tempi di lavoro rilevati, dei volumi distribuiti e del consumo di combustibile, è stato possibile mettere a diretto confronto i due cantieri di lavoro, sia in termini di tempi di lavoro, sia di costi di distribuzione. La valutazione dei costi è stata basata sulla metodologia proposta da Crpa (2005).

Tempi di lavoro e dosi di distribuzione

I risultati relativi alle portate di liquame in campo, riportati in figura 1, mettono in evidenza come i tempi dell’operazione di distribuzione dei due cantieri siano stati analoghi. Il sistema ombelicale ha registrato, in media, valori leggermente più elevati, ma la variabilità è stata molto elevata. I valori di portata infatti sono variati da 25 a 265 m3/h per il sistema ombelicale e da 54 a 210 m3/h per il carro spandiliquame.

Le dosi di distribuzione sono risultate mediamente di 118 m3/ha e, anche in questo caso, la variabilità è stata molto elevata (83-150 m3/ha) indipendentemente dal sistema utilizzato.

Nel caso del cantiere che ha previsto l’utilizzo del carro spandiliquame, è stato necessario considerare anche i tempi di trasferimento dal punto di prelievo al campo e viceversa. Inoltre, va ricordato che la capacità di lavoro è stata influenzata dai tempi di carico in impianto e di distribuzione in campo.

La tabella 1 riporta i principali parametri rilevati. Per quanto riguarda i tempi di trasferimento, essi sono stati espressi come velocità con lo scopo di renderli indipendenti dalle distanze determinate dalla posizione dei terreni aziendali.

Mentre la capacità di lavoro del sistema ombelicale non è stata influenzata dalla distanza ed è stata sostanzialmente assimilabile alla portata di distribuzione (118 m3/h), per quanto riguarda il carro spandiliquame è stato necessario tener conto della distanza tra la vasca di stoccaggio e i terreni.

Tenendo conto dei tempi di lavoro rilevati, la capacità di lavoro del cantiere è riportata in figura 2.

Consumi e costi

I consumi di gasolio sono risultati mediamente di 9,7 L/h per il carrobotte, valore che comprende tutte le fasi di lavoro effettuate con una trattrice da 100 kW.

Per quanto riguarda invece il sistema ombelicale è stato necessario tener conto sia dell’azionamento della pompa, effettuato con una trattrice da 140 kW con un consumo rilevato di 19 L/h, sia della distribuzione, fase caratterizzata invece da un limitato uso della potenza: 2,8 L/h con una trattrice da 100 kW.

I costi complessivi dei due cantieri di lavoro sono riportati in tabella 2.

È necessario considerare come alcuni dei costi siano difficili da generalizzare. In particolare, la realizzazione delle condotte interrate può avere un costo differente a seconda delle distanze e delle condizioni locali (attraversamenti di strade, eventuali servitù, ecc.). I valori riportati nella tabella 2 sono relativi alla specifica realtà monitorata.

I costi della distribuzione degli effluenti con i due cantieri considerati sono riportati in figura 3, da cui è evidente come il sistema ombelicale risulti avere sempre un costo inferiore rispetto al carro spandiliquame.

Conclusioni

Le analisi effettuate nel corso del monitoraggio dell’impianto di produzione di biogas hanno confermato come l’operazione di distribuzione possa avere costi rilevanti, soprattutto quando le distanze dei terreni dalla vasca di stoccaggio sono elevate. Quando possibile, l’utilizzo di un sistema ombelicale collegato con una tubazione fissa può essere una soluzione competitiva in termini sia di capacità di lavoro, sia di costi.

Una alternativa da considerare nel caso in cui non sia possibile installare una tubazione fissa è un sistema di stoccaggio temporaneo a bordo campo che può essere rifornito da un mezzo che circola su strada e alimenta un sistema ombelicale.

 

* L’autore è dell’Università degli studi di Milano, Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali.

 

Leggi l’articolo completo sulla Rivista di Suinicoltura n. 1/2016

L’Edicola della Rivista di Suinicoltura

Reflui, più risparmi col sistema ombelicale - Ultima modifica: 2016-02-04T17:45:02+01:00 da Barbara Gamberini

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